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Rubrica 5 minuti d'arte: "La moka di Alfonso Bialetti del 1933, dopo un secolo l'oggetto futurista è ancora amato ed apprezzato in tutto il mondo"

Dalla nostra rubrica "5 minuti d'arte", a cura di Paolo Cozzani, l'articolo: "La moka di Alfonso Bialetti del 1933, dopo un secolo l'oggetto futurista e' ancora amato ed apprezzato in tutto il mondo"

(tempo di lettura 3mn)

Alfonso Bialetti, (1888-1970), operaio di origini piemontesi, emigra in Francia giovanissimo e apprende i rudimenti della lavorazione del metallo in particolare dell'alluminio. Rientrato in Italia l'esperienza acquisita lo porta al salto di qualità e fonda la fabbrica Alfonso Bialetti & C. Negli anni '30 l'alluminio era un materiale molto utilizzato per le caratteristiche di leggerezza, duttilità,

resistenza all'uso. Quando crea la celeberrima “Moka Express” pensa che il caffè debba essere portato in tutte le case in modo semplice, superando il metodo della caffettiera espressa.

Alcune sue citazioni sull'invenzione: “fare il caffè senza una macchina da caffè espresso e portare il caffè nelle case di tutti; praticità, ergonomia, abbattimento di costi, contenimento di spazi”.

Interamente in alluminio con manico in bachelite è stato un oggetto molto amato dai futuristi ed è esposto alla collezione permanente del Moma di NY e della Triennale Design Museum di Milano.

Essenzialità, razionalità, semplicità, purezza dello stile, tutti temi molto cari ai principi teoricofilosofici sui quali si fondava il movimento nato nel 1909 a Parigi con il poeta F.T. Marinetti.

E' stato prodotto in oltre 300 milioni di esemplari ed ancora oggi conserva quelle linee, ancorchè

lievemente modificate, che hanno fatto della Moka uno dei più famosi oggetti del design italiano nel

mondo e che vanta migliaia di imitazioni, ma l'estetica dell'originale rimane irraggiungibile.

LA MOKA

Il nome deriva dalla località Mokka nello Yemen dove veniva prodotto ed esportato il pregiato caffè

di qualità arabica esportato in tutta l'Europa. La genialità e la creatività di Bialetti esprime una

forma composta da due corpi opposti a sezione ottagonale per garantire un'ottima presa alla base

che si raccordano con un elemento centrale. Bialetti, oltre al disegno di cui si conservano i bozzetti

originari, progetta il sistema per scaldare l'acqua, la quale compressa evapora sino al filtro con la

miscela di caffè e produce il liquido sino al beccuccio.

La simmetria tra la parte superiore e quella inferiore è quanto di più elementare e razionale

dell'oggetto che fa parte della nostra quotidianità e della nostra storia. Nel mondo latino assume il

nome di cafetera italiana o cafetera de fuego ed è una delle eccellenze del nostro patrimonio

artistico, quantunque si tratti di design, e della nostra tradizione.

E' un'icona inconfondibile, immediatamente riconoscibile, unica, inimitabile.


Nelle foto:

– Bialetti nella sua fabbrica

– la pubblicità della Moka

– il disegno originario della Moka

– la Moka oggi






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