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“5 minuti d’arte: il Natale di Roma” a cura di Paolo Cozzani.


IL NATALE DI ROMA, 21 APRILE 753 a.C.

LE EPIGRAFE BUSTROFEDICHE DEL LAPIS NIGER, LA PIETRA NERA

Il 21 aprile del 753 a.C. è il natale di Roma, data nella quale Marco Terenzio Varrone, letterato, agronomo, filosofo del I secolo a.C., indica la nascita dell'età Regia che coincide con il Natale Romano, e secondo la leggenda con la fondazione dell'Urbe da parte di Romolo che uccise il fratello Remo perchè superò il confine da lui stabilito. Per oltre due secoli si avvicendarono i sette Re di Roma, di cui i primi quattro latino-sabini: Romolo, Numa Pompilio, Tullio Ostilio, Anco Marzio, Lucio Tarquinio Prisco, Servio Tullio e l'ultimo Re Tarquinio il Superbo, il quale preso il potere con la forza venne deposto nel 509 a.C. e nacque la Repubblica. Tra storia e leggenda si narra che i due gemelli Romolo e Remo furono condannati a morte, ma qualcuno li salvò mettendoli in una cesta che dopo avere navigato nel Tevere venne ritrovata da una lupa che li allevò. Da qui nasce l'iconografia della Lupa, simbolo della capitale.

Al tempo Roma era un piccolo insediamento di case diviso in vari villaggi dove si formò la prima organizzazione politica della città ed ebbero origine i primi ordinamenti giuridici. Le fonti archeologiche supportano la tesi che il periodo monarchico era governato da un Re: iscrizioni su numerosi reperti con l'indicazione “rex”, e soprattutto il “Lapis Niger”, il cippo del Foro Romano

dove è iscritta la parola “regei”. La data del 21 aprile 753 a.C., calcolata secondo complessi e non provati metodi astrologici da Lucio Taruzio, uno dei primi astrologi di cui si hanno notizie vissuto nel I secolo a.C., si colloca tra leggenda e verità. Fu il giorno in cui Romolo, dopo avere eliminato il fratello Remo, posò le prime pietre e scavò il solco, il “pomerium”, il confine che delimitava gli stanziamenti delle prime semplici ed umili capanne sul colle palatino e costituì la prima civitas romana.

La popolazione era organizzata in “gens”, le famiglie, con a capo il “pater familias”, il quale aveva il potere decisionale in qualità di anziano e quindi espressione di saggezza e virtù; la volontà del popolo era manifestata dai comizi curiati, le prime forme di democrazia. Veniva chiamata città quadrata per la forma geometrica del colle, e l'imperatore Tiberio Claudio Augusto Germanico, (41-54 d.C.), della dinastia Giulio-Claudia, nel 47 d.C. fu il primo a celebrare la data, otto secoli dopo la sua origine. Le tribù erano multietniche e divise in famiglie di etruschi, latini e sabini.

Il Lapis Niger: la “pietra nera” è un cippo scoperto a fine '800 costituito da un reperto mutilalente al VI-VII sec. a.C., di sezione quadrata e presumibilmente di originaria forma piramidale

con iscrizioni in latino antico; la più significativa contiene la dicitura “chi violerà questo luogo sarà maledetto”. Da questa fonte epigrafica gli archeologici deducono che si trattasse di un luogo sacro: sono stati ritrovati negli scavi oggetti ex-voto in bronzo e reliquie ossee databili al periodo. La leggenda nei secoli successivi diffonde il mito che nel luogo vi fu sepolto Romolo, o Faustolo, il padre adottivo, e proprio per questo considerato un luogo funesto perchè profanato dai Galli Senoni nel sacco di Roma del 390 a.C.

La scrittura bustrofedica: sul Lapis Niger le parole sono scritte da destra a sinistra, e in continuità della frase da sinistra a destra, alla “maniera dell'arare i campi”, dal greco “bustrophedon”. La

difficile traduzione delle frasi in latino arcaico, sensibilmente diverso per fonetica e sintassi, ha portato tuttavia gli esperti a concludere che le frasi riguardano precetti religiosi e divieti di

avvicinamento al luogo sacro. Gli studi svolti ci portano in nuce a poter affermare che vi fosse una maledizione contro chi violasse il sito.

La Lupa Capitolina: la stupenda scultura in bronzo, la cui datazione è ancora oggi incerta, è presente nella collezione dei Musei Capitolini. Gli esperti si dividono tra chi sostiene trattasi di

un'opera del V sec. a.C. , ed altri che addirittura la attribuiscono ad Antonio del Pollaiolo nel 1400.

Secondo il mito la lupa allattò i due gemelli Romolo e Remo sino a che non vennero ritrovati lungo il Tevere da Faustolo, un pastore che viveva ai margini del fiume. E' l'icona della storia di Roma nel mondo: il corpo robusto e materno è al tempo stesso dolce nello sguardo ma vigile, come se controllasse i dintorni a difesa dei due fratelli dai nemici. Le otto mammelle e i gemelli Romolo e Remo nudi ad esse rivolti sono il simbolo della fecondità e della maternità.

Età moderna: nella giornata del 21 aprile gruppi storici in costume rievocano la data in cui Roma nacque, da cui la locuzione “ab urbe condita”, dalla fondazione della città. Dal I secolo a.C. nel

calcolo del calendario gli anni vennero conteggiati dal 753 a.C.., l'epifania di Roma e dell'età monarchica.

Nelle immagini :

– la Lupa Capitolina (V secolo a.C. , oppure XV secolo), Musei Capitolini, Roma

– il Lapis Niger (VI-VII secolo a.C.), area sacra del Foro Romano, Roma












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